MODA ETICA: COS’È E PERCHÉ NON POSSIAMO IGNORARLA

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Moda etica, moda sostenibile, moda slow: sono parole molto simili che raccontano un nuovo modo di pensare ai nostri vestiti e all’impatto che la moda ha sul mondo. Terminologie sempre più utilizzate non solo dagli addetti ai lavori, perché mentre può sembrare peculiare descrivere la moda come una questione sociale, i dati relativi all’impatto ambientale e umano di questa industria sono più che sufficienti a qualificarla in tale modo.

Oggi cerchiamo di chiarire che cos’è la moda etica e perché è importante scegliere brand etici.

MODA ETICA: UNA QUESTIONE UMANA E AMBIENTALE

L’enciclopedia Treccani definisce la moda etica come un “settore del sistema moda che si propone di dare impulso allo sviluppo sociale e alla sostenibilità ambientale, nel rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro della manodopera impiegata”.

L’elemento che più caratterizza l’impresa di moda etica è la trasparenza.

Sì, perché solamente attraverso una filiera produttiva trasparente è possibile monitorare che non vi siano abusi umani ed ambientali. Ed ecco che i capi di abbigliamento realizzati in modo etico hanno, per loro stessa natura, dei costi più elevati rispetto ai prodotti del fast fashion. Un capo di abbigliamento realizzato da un lavoratore che riceve un salario adeguato alle sue competenze, che lavora in condizioni di sicurezza, con un contratto di lavoro presso un’impresa che osserva le normative ambientali e che preserva l’ecosistema, ha dei costi vivi da mantenere che non possono essere abbattuti.

Garantire un basso prezzo significa spesso sottopagare chi lo produce, ma non solo. Perché oltre che umano, il problema è anche ambientale. I vestiti di bassa qualità vengono sostituiti più rapidamente, creando un effetto usa e getta con il risultato che il prezzo di questi indumenti non riflette il loro vero costo perché non tiene conto della carbon print che somma vari aspetti: più produzione, più trasporti e più discariche.

Per non parlare dei tessuti utilizzati! Quasi tutti di derivazione petrolifera (che impiegano centinaia di anni prima di essere smaltiti), ma anche tessuti naturali, che vengono coltivati attraverso metodi industrializzati che consentono di produrre in modo rapido ed economico in grandi quantità utilizzando un elevato numero di fertilizzanti e pesticidi, che neanche a dirlo, sono estremamente dannosi per la terra, per l’uomo e per gli animali.

Ma veniamo ad oggi. Ci siamo interrogati molto nell’ultimo periodo sui cambiamenti che la pandemia potrebbe provocare nel mondo della moda e oggi, l’industria della moda dovrebbe approfittare di questo momento e del sentire comune per dimostrare di avere una leadership costruttiva nell’economia globale. La consapevolezza che la moda è il secondo inquinatore dopo il petrolio è diffusa. E una gran fetta dei consumatori sembra pronta a fare acquisti in modo più sostenibile. La moda etica mira a risolvere i problemi in cui l’industria della moda opera attualmente, come lo sfruttamento del lavoro, i danni ambientali, l’uso di sostanze chimiche pericolose, i rifiuti e la crudeltà verso gli animali.