Giornata Mondiale delle Città: noi sogniamo città circolari con la tecnologia Respetto
Il 31 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle Città, istituita dalle Nazioni Unite per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile. Non è solo una data sul calendario: è un invito a guardare in faccia il futuro che stiamo costruendo — ogni giorno – nelle nostre città.
Le città: dove si decide il nostro futuro
Oggi, oltre il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane, e le stime dicono che entro il 2050 questa percentuale salirà quasi al 70%. Le città occupano meno del 2% del territorio terrestre, ma generano oltre il 70% delle emissioni di CO₂ e l’80% del PIL globale.
Sono numeri che parlano da soli: il destino del pianeta si gioca in città e quindi anche la sfida della sostenibilità.
La montagna nascosta dei rifiuti tessili
Tra i tanti flussi di rifiuti che attraversano le città, ce n’è uno che cresce in silenzio: gli scarti tessili.
Nel mondo, nel 2024, sono stati prodotti circa 120 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, equivalenti a più di 200 stadi olimpici pieni di vestiti dismessi.
Ogni cittadino europeo consuma in media 26 kg di prodotti tessili all’anno e ne butta circa 11 kg. Di questi, l’80% finisce ancora in discarica o negli inceneritori, mentre meno dell’1% viene trasformato in nuove fibre. Il trend della generazione di scarti tessili è in crescita costante, alimentato dal fast fashion e da un sistema che non riesce ancora a “chiudere il cerchio”.
Non è solo un problema estetico o logistico. I rifiuti tessili rappresentano un impatto ambientale e culturale: ogni capo che finisce in discarica è materia ed energia che và sprecata. Per immaginare lo spreco di risorse basti pensare al deserto di Atacama, in Cile, dove oltre 60.000 tonnellate di vestiti usati hanno formato una discarica visibile dallo spazio.
Perché riciclare il tessile è così difficile
Molte tecnologie di rigenerazione tessile si concentrano sul riciclo delle fibre (Textile To Textile nel gergo): tuttavia queste tecnologie non riescono a gestire le fibre miste che – si stima – siano circa l’80% di quelle utilizzate a livello mondiale: le fibre miste sono la norma nell’abbigliamento moderno.
È qui che la tecnologia deve fare la differenza. E dove noi, con Respetto, stiamo costruendo una risposta tecnologica concreta.
Respetto: la tecnologia innovativa che trasforma il problema in risorsa
Respetto è una tecnologia proprietaria sviluppata da Regenesi per rigenerare gli scarti tessili misti, senza bisogno di selezione manuale. Un impianto che può integrarsi nel tessuto urbano, trasformando rifiuti in risorse, e rifiuti urbani in nuova materia prima circolare.
Immagina una città che non accumula montagne di vestiti, ma rigenera localmente i propri scarti. Una città dove i flussi di rifiuti diventano flussi di valore. Un impianto cittadino basato su Respetto non è solo una soluzione tecnica: è un simbolo culturale che ogni scarto possa diventare una risorsa.. È un segnale visibile che la transizione ecologica può cominciare proprio sotto casa, senza attendere decisioni lontane o futuristiche.
Città circolari: dai rifiuti nascono gli accessori di arredo e molto altro. Oggi, non domani.
Sogniamo città dove ogni capo dismesso diventa materia prima seconda, pronta per essere reimmessa nel ciclo produttivo. Con la teconologia che abbiamo sviluppato è possibile realizzare città che generino Nuovi Materiali per l’autoconsumo di arredamento urbano, servizi pubblici o altro ancora partendo dagli scarti tessili. È un orizzonte industriale e sociale raggiungibile oggi, capace di ridurre drasticamente le emissioni legate al trasporto e allo smaltimento, di creare nuove filiere locali di generazione di nuova materia prima seconda con eco-sostenibile ed infine permette di educare la cittadinanza a una nuova cultura della rigenerazione.
L’ONU definisce la sostenibilità come la capacità di “soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future”.
Se nel 2050 il 70% della popolazione vivrà in città, la gestione degli scarti — anche quelli tessili — diventerà uno degli indicatori chiave della qualità urbana. Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di restituire valore e bellezza a ciò che oggi chiamiamo “rifiuto”.